Parlano di rispetto per le libertà, ma senza la radice di una narrativa comune. Se lo guardiamo non solo a partire dalla legittimità della proprietà privata e dei diritti dei cittadini di una determinata nazione, ma anche a partire dal primo principio della destinazione comune die beni, allora possiamo dire che ogni Paese è anche dello straniero, in quanto i beni di un territorio non devono essere negati a una persona bisognosa che provenga da un altro luogo. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. [45] Messaggio per la 105ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (27 maggio 2019): L’Osservatore Romano, 27-28 maggio 2019, p. 8. [79] Discorso ai giovani, Tokyo – Giappone (25 novembre 2019): L’Osservatore Romano, 25-26 novembre 2019, p. 10. Anche nella politica c’è spazio per amare con tenerezza. enc. [183] Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla carità, che lo porta a cogliere la dignità dell’altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità, rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella società. Presento una selezione di frasi, citazioni e aforismi sulla lontananza e la distanza. [245] Cfr S. Paolo VI, Lett. [17] Benedetto XVI, Lett. 219. [27] Davanti a questo panorama, benché ci attraggano molti progressi, non riscontriamo una rotta veramente umana. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. È la realtà stessa che geme e si ribella. Centesimus annus (1 maggio 1991), 44: AAS 83 (1991), 849. [117] Discorso alle Autorità, Sarajevo – Bosnia-Erzegovina (6 giugno 2015): L’Osservatore Romano, 7 giugno 2015, p. 7. 222. 96. La Chiesa ne ha opportunamente sottolineato alcuni, come la possibilità dell’esistenza dell’errore giudiziario, e l’uso che di tale pena fanno i regimi totalitari e dittatoriali, che la utilizzano come strumento di soppressione della dissidenza politica o di persecuzione delle minoranze religiose e culturali, tutte vittime che per le loro rispettive legislazioni sono “delinquenti”. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 228: AAS 105 (2013), 1113. Una terra sarà feconda, un popolo darà frutti e sarà in grado di generare futuro solo nella misura in cui dà vita a relazioni di appartenenza tra i suoi membri, nella misura in cui crea legami di integrazione tra le generazioni e le diverse comunità che lo compongono; e anche nella misura in cui rompe le spirali che annebbiano i sensi, allontanandoci sempre gli uni dagli altri». Questo patto richiede anche di accettare la possibilità di cedere qualcosa per il bene comune. Il fatto è che «la semplice proclamazione della libertà economica, quando però le condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente, e quando si riduce l’accesso al lavoro, diventa un discorso contraddittorio». enc. Questa nostalgia superficiale e triste, che induce a copiare e comprare piuttosto che creare, dà luogo a un’autostima nazionale molto bassa. [62] Conc. [219], 233. Non fare finta di niente. È un cammino perseverante, fatto anche di silenzi e di sofferenze, capace di raccogliere con pazienza la vasta esperienza delle persone e dei popoli. Dato ad Assisi, presso la tomba di San Francesco, il 3 ottobre, vigilia della Festa del Poverello, dell’anno 2020, ottavo del mio Pontificato. Oggi nessuno Stato nazionale isolato è in grado di assicurare il bene comune della propria popolazione. Christus vivit (25 marzo 2019), 92. [281] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi (4 febbraio 2019): L’Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2019, p. 7. La solitudine, le paure e l’insicurezza di tante persone, che si sentono abbandonate dal sistema, fanno sì che si vada creando un terreno fertile per le mafie. ap. È inaccettabile che i cristiani condividano questa mentalità e questi atteggiamenti, facendo a volte prevalere certe preferenze politiche piuttosto che profonde convinzioni della propria fede: l’inalienabile dignità di ogni persona umana al di là dell’origine, del colore o della religione, e la legge suprema dell’amore fraterno. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano. [118] Latinoamérica. La solidarietà, nel significato etico-politico che essa ha assunto negli ultimi due secoli, dà luogo a una costruzione sociale sicura e salda. [149] Lett. Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Facebook. Ma questo avviene effettivamente solo nella misura in cui tale sviluppo si realizza nel dialogo e nell’apertura agli altri. Abbattiamo le distanze. Francesco Sole. Tra i temi correlati si veda Mi manchi. Pertanto, questo incontro misericordioso tra un samaritano e un giudeo è una potente provocazione, che smentisce ogni manipolazione ideologica, affinché allarghiamo la nostra cerchia, dando alla nostra capacità di amare una dimensione universale, in grado di superare tutti i pregiudizi, tutte le barriere storiche o culturali, tutti gli interessi meschini. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 35: AAS 101 (2009), 670. La statura spirituale di un’esistenza umana è definita dall’amore, che in ultima analisi è «il criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umana». I confini e le frontiere degli Stati non possono impedire che questo si realizzi. [3] S. Francesco di Assisi, Regola non bollata, 16, 3.6: FF 42-43. 97. 259. Perché ciò sia veramente utile, si deve sostenere «l’esigenza di tenere fede agli impegni sottoscritti (pacta sunt servanda)»,[154] in modo da evitare «la tentazione di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza del diritto». 143. [76] Cfr Angelus (29 dicembre 2013): L’Osservatore Romano, 30-31 dicembre 2013, p. 7; Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (12 gennaio 2015): AAS 107 (2015), 165. Tutta colpa dell'amore. Il razzismo è un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma è sempre in agguato. Ein Gang durch den Festkreis, Herder, Friburgo 1981, 30 (ed. Non ci si rende conto che, dietro queste affermazioni astratte difficili da sostenere, ci sono tante vite lacerate. 278. Il punto di partenza dev’essere lo sguardo di Dio. Verità è confessare che cosa è successo ai minori reclutati dagli operatori di violenza. Più ancora, è procurare ciò che vale di più, il meglio per gli altri: la loro maturazione, la loro crescita in una vita sana, l’esercizio dei valori e non solo il benessere materiale. [110] Udienza generale (3 aprile 2019): L’Osservatore Romano, 4 aprile 2019, p. 8. Siamo convinti che «soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra noi». «Popolo non è una categoria logica, né è una categoria mistica, se la intendiamo nel senso che tutto quello che fa il popolo sia buono, o nel senso che il popolo sia una categoria angelicata. E qui ho anche recepito, con il mio linguaggio, numerosi documenti e lettere che ho ricevuto da tante persone e gruppi di tutto il mondo. A partire dall’«amore sociale»[172] è possibile progredire verso una civiltà dell’amore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. Poiché si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre, ricordo che «la guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente. [71] Tuttavia, ci sono credenti che pensano che la loro grandezza consista nell’imporre le proprie ideologie agli altri, o nella difesa violenta della verità, o in grandi dimostrazioni di forza. È una verità irrinunciabile che riconosciamo con la ragione e accettiamo con la coscienza. 65. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Da ciò traggono vantaggio l’opportunismo della speculazione finanziaria e lo sfruttamento, dove i poveri sono sempre quelli che perdono. Se tutto è connesso, è difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtà, pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciò che esiste. Il libro degli Atti degli Apostoli afferma che i discepoli, perseguitati da alcune autorità, “godevano il favore di tutto il popolo” (cfr 2,47; 4,21.33; 5,13). Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 237: AAS 105 (2013), 1116. [184] Quello che occorre è che ci siano diversi canali di espressione e di partecipazione sociale. 69,217 talking about this. Quando è genuina, questa amicizia sociale all’interno di una società è condizione di possibilità di una vera apertura universale. In certi contesti, è frequente l’accusa di populismo verso tutti coloro che difendono i diritti dei più deboli della società. Riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. [281] Le convinzioni religiose riguardo al senso sacro della vita umana ci permettono di «riconoscere i valori fondamentali della comune umanità, valori in nome dei quali si può e si deve collaborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere, permettendo all’insieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto, piuttosto che urla fanatiche di odio». Vat. [268] Benedetto XVI, Lett. [11] Un modo efficace di dissolvere la coscienza storica, il pensiero critico, l’impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione è quello di svuotare di senso o alterare le grandi parole. A volte lo si giustifica o lo si scusa quando la sua dinamica corrisponde ai propri interessi economici o ideologici, ma prima o poi si ritorce contro questi stessi interessi. Ma non è possibile essere locali in maniera sana senza una sincera e cordiale apertura all’universale, senza lasciarsi interpellare da ciò che succede altrove, senza lasciarsi arricchire da altre culture e senza solidarizzare con i drammi degli altri popoli. 20. Con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb non ignoriamo gli sviluppi positivi avvenuti nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, nell’industria e nel benessere, soprattutto nei Paesi sviluppati. Occorre cercare di identificare bene i problemi che una società attraversa per accettare che esistano diversi modi di guardare le difficoltà e di risolverle. 106. È una persona, e ha bisogno di accorgersi che «il mondo moderno, con la sua stessa perfezione tecnica, tende a razionalizzare sempre di più la soddisfazione dei desideri umani, classificati e suddivisi tra diversi servizi. Gli eroi del futuro saranno coloro che sapranno spezzare questa logica malsana e decideranno di sostenere con rispetto una parola carica di verità, al di là degli interessi personali. Entrando in questa dinamica, in definitiva sperimenta che gli altri sono “sua stessa carne” (cfr Is 58,7). enc. Se ciò è stato sempre certo, oggi lo è più che mai a motivo della realtà di un mondo così interconnesso per la globalizzazione. Ciò implica anche lo sviluppo delle scienze e il loro apporto insostituibile al fine di trovare i percorsi concreti e più sicuri per raggiungere i risultati sperati. In verità, «mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene». Tieniti stretto chi nonostante tutto, … Altri, con pieno diritto, sono «alla ricerca di opportunità per sé e per la propria famiglia. [60] Rinunciamo alla meschinità e al risentimento dei particolarismi sterili, delle contrapposizioni senza fine. Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica. 241. [267] «L’essere umano è un animale politico» (Aristotele, Politica, 1253a 1-3). Chi non ama rimane nella morte» (1 Gv 3,14). Grazie all’interscambio regionale, a partire dal quale i Paesi più deboli si aprono al mondo intero, è possibile che l’universalità non dissolva le particolarità. [92] Come pure queste parole di San Gregorio Magno: «Quando distribuiamo agli indigenti qualunque cosa, non elargiamo roba nostra ma restituiamo loro ciò che ad essi appartiene».[93]. […] Dovunque i consessi dei popoli si riuniscono per stabilire i diritti e i doveri dell’uomo, noi siamo onorati, quando ce lo consentono, di assiderci fra loro». [222] Se si tratta di ricominciare, sarà sempre a partire dagli ultimi. [169] Lett. [270], 277. [37] Coloro che emigrano «sperimentano la separazione dal proprio contesto di origine e spesso anche uno sradicamento culturale e religioso. [184] Discorso ai partecipanti all’Incontro mondiale dei movimenti popolari (28 ottobre 2014): AAS 106 (2014), 852. Francesco Sole. Mentre vediamo che ogni genere di intolleranza fondamentalista danneggia le relazioni tra persone, gruppi e popoli, impegniamoci a vivere e insegnare il valore del rispetto, l’amore capace di accogliere ogni differenza, la priorità della dignità di ogni essere umano rispetto a qualunque sua idea, sentimento, prassi e persino ai suoi peccati. Nelle tradizioni ebraiche, l’imperativo di amare l’altro e prendersene cura sembrava limitarsi alle relazioni tra i membri di una medesima nazione. 95. Ci parla di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore. Questo, che vale per le nazioni, si applica alle diverse regioni di ogni Paese, tra le quali si verificano spesso gravi sperequazioni. Ormai non è possibile che qualcuno si esprima su qualsiasi tema senza che tentino di classificarlo in uno di questi due poli, o per screditarlo ingiustamente o per esaltarlo in maniera esagerata. D’altra parte, non posso ridurre la mia vita alla relazione con un piccolo gruppo e nemmeno alla mia famiglia, perché è impossibile capire me stesso senza un tessuto più ampio di relazioni: non solo quello attuale ma anche quello che mi precede e che è andato configurandomi nel corso della mia vita. Esige uno Stato presente e attivo, e istituzioni della società civile che vadano oltre la libertà dei meccanismi efficientisti di certi sistemi economici, politici o ideologici, perché veramente si orientano prima di tutto alle persone e al bene comune. Laudato si’ (24 maggio 2015), 189: AAS 107 (2015), 922. Le grandi trasformazioni non si costruiscono alla scrivania o nello studio. E l’amore di Dio è lo stesso per ogni persona, di qualunque religione sia. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. [44] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016): AAS 108 (2016), 123. Due … 202. Se potessimo riuscire a vedere l’avversario politico o il vicino di casa con gli stessi occhi con cui vediamo i bambini, le mogli, i mariti, i padri e le madri. Mi permetto di ribadire che «la politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia». Perciò ritengono che sia meglio mantenere un gioco di potere che permetta di sostenere un equilibrio di forze tra i diversi gruppi. Ma evidentemente non vale la stessa regola per una persona disabile, per chi è nato in una casa misera, per chi è cresciuto con un’educazione di bassa qualità e con scarse possibilità di curare come si deve le proprie malattie. In ogni modo occorre «stabilire progetti a medio e lungo termine che vadano oltre la risposta di emergenza. 258. […] Non è né la sfera globale che annulla, né la parzialità isolata che rende sterili»[125], è il poliedro, dove, mentre ognuno è rispettato nel suo valore, «il tutto è più delle parti, ed è anche più della loro semplice somma». Tutto il resto è commento». Si tratta della guerra e della pena di morte. Questa carità, cuore dello spirito della politica, è sempre un amore preferenziale per gli ultimi, che sta dietro ogni azione compiuta in loro favore. [262] S. Giovanni Paolo II, Lett. Però è possibile dominarla con l’aiuto di Dio. [182] È carità stare vicino a una persona che soffre, ed è pure carità tutto ciò che si fa, anche senza avere un contatto diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza. [148] Discorso all’Organizzazione delle Nazioni Unite, New York (25 settembre 2015): AAS 107 (2015), 1037. 1. Secondo tale prospettiva parziale non avrebbe senso «investire affinché quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi strada nella vita». 98. 182. L’esperienza che si realizza in un luogo si deve sviluppare “in contrasto” e “in sintonia” con le esperienze di altri che vivono in contesti culturali differenti.[128]. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. 100. Dal momento che presuppone stima e rispetto, quando si fa cultura in una società trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Demolire l’autostima di qualcuno è un modo facile di dominarlo. Per tale ragione il servizio non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone». Distruggiamo questa maledetta lontananza. [260] Perché «la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità». 77. Ciò che chiamiamo “verità” non è solo la comunicazione di fatti operata dal giornalismo. 28. 13w Reply. L’amore sociale è una «forza capace di suscitare nuove vie per affrontare i problemi del mondo d’oggi e per rinnovare profondamente dall’interno strutture, organizzazioni sociali, ordinamenti giuridici». Però, «amare il più insignificante degli esseri umani come un fratello, come se al mondo non ci fosse altri che lui, non è perdere tempo». Che ogni essere umano possiede una dignità inalienabile è una verità corrispondente alla natura umana al di là di qualsiasi cambiamento culturale. 50. D’altra parte, è grande nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina. Egli non faceva la guerra dialettica imponendo dottrine, ma comunicava l’amore di Dio. Amore a distanza. Infatti, «non si tratta di calare dall’alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire città e Paesi che, pur conservando le rispettive identità culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umana». Il samaritano della strada se ne andò senza aspettare riconoscimenti o ringraziamenti. Con la sua domanda, Dio mette in discussione ogni tipo di determinismo o fatalismo che pretenda di giustificare l’indifferenza come unica risposta possibile. È il vero riconoscimento dell’altro, che solo l’amore rende possibile e che significa mettersi al posto dell’altro per scoprire che cosa c’è di autentico, o almeno di comprensibile, tra le sue motivazioni e i suoi interessi. Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della carità.