Con una marcia improvvisa Amilcare attraversò il fiume Bagrada (240 a.C.), ponendo così la sua armata tra i due eserciti nemici che controllavano le vie di accesso alla città. Quest’atto, seppur legittimo di fronte alle continue prevaricazioni dei Numidi, andava però a violare un’altra clausola del tratto del 201 a.C., ovvero quella che vietava ai Cartaginesi di dichiarare guerra a un altro Stato senza il previo assenso di Roma. Anno Accademico. - W. Huss, Cartagine, Bologna, Il Mulino, 1999.- B. H. Warmington, Storia di Cartagine, Torino, Einaudi, 1968. Guerre puniche - Riassunto, schema e sintesi degli eventi Appunto di storia contenente un riassunto delle tre guerre puniche con le date più importanti. Prima guerra punica (264 a.C. - 241 a.C.), Rivolta dei mercenari (dal 241 al 238 a.C.), Seconda guerra punica (218 a.C. - 202 a.C.), Terza guerra punica (149 a.C. - 146 a.C.), Per guerre puniche si intendono in generale le guerre e le battaglie che coinvolsero la città di, Trattato tra Annibale e Filippo V di Macedonia, Campagne contro i Caledoni di Antonino Pio, Guerre romano-sasanidi di Alessandro Severo, Campagne germanico-sarmatiche di Costantino, Storia delle campagne dell'esercito romano, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Guerre_puniche&oldid=116137982, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Lotta per l'egemonia in Sicilia e del Mediterraneo occidentale, Conquista della Sicilia dopo Capo Ecnomo e in seguito di Sardegna e Corsica (prima guerra), Conquista della Spagna meridionale e resa di Cartagine a Zama (seconda guerra), Acquisizione dell'Africa cartaginese e distruzione di Cartagine (terza guerra). Spiccano le figure di Annibale e Publio Cornelio Scipione detto successivamente per le vittorie avute in Africa "l'Africano", (Africano maggiore). Nel frattempo Magone tentava di rinfocolare, contro Roma, le rivolte delle tribù galliche della Pianura Padana ma fu sconfitto e ferito. Con le fiamme e col ferro assalga e spenga Tuttavia Annibale, ormai convinto dell’inevitabilità di un nuovo scontro con Roma e sicuro dell’appoggio del sinedrio cartaginese, controllato in questi anni dalla sua fazione, ignorò gli ammonimenti romani e nella primavera del 219 a.C. mosse contro Sagunto cingendola d’assedio.L’iniziativa di Annibale colse di sorpresa i Romani, che nello stesso periodo si trovavano impegnati nella seconda guerra illirica: Demetrio di Faro, dimentico dei benefici ricevuti da Roma, aveva infatti concesso agli Illiri di riprendere le loro attività piratesche, contravvenendo in questo modo ai patti stipulati alla fine del 228 a.C. A sedare questa rivolta furono inviati entrambi i consoli del 219 a.C., mentre Sagunto, nonostante le continue richieste di aiuto, fu lasciata in balia del suo destino: la città capitolò ai Cartaginesi dopo otto mesi di strenua resistenza 4.Quando la notizia della distruzione di Sagunto raggiunse Roma, il Senato inviò a Cartagine un durissimo ultimatum in cui s’intimava alla città punica di offrire le adeguate riparazioni economiche e soprattutto di consegnare Annibale nelle mani dei Romani. 7 anni fa. Dopo aver ristabilito la disciplina tra le truppe romane, Scipione diede avvio a una spettacolare e sistematica opera d’assedio, chiudendo ogni via d’accesso per Cartagine e isolando completamente la città anche dal mare. Nondimeno, la situazione poteva mantenersi in uno stato di precario equilibrio se non fosse intervenuto Massinissa. Uno degli ambasciatori provocò allora apertamente la regina prospettando un intervento armato da parte di Roma, e a questa minaccia Teuta rispose facendo uccidere lo stesso ambasciatore.Quest’ultimo atto offri al Senato il pretesto per intervenire. Cartagine chiese la pace. Diventata ormai padrona assoluta del Mediterraneo occidentale, la città era convinta di aver superato il test più importante nella corsa verso l’acquisizione del dominio universale. I romani, inaspriti, non avrebbero concesso mercé. Dall’altra, tuttavia, in molti erano convinti che un intervento si rendesse necessario per arginare l’espansione cartaginese in Sicilia e impedire una pericolosa escalation: la conquista di Messina avrebbe infatti fornito ai Cartaginesi un’ottima base non solo per completare la conquista dell’isola, ma per lanciare in futuro un’offensiva sul territorio italico.Alla fine, vista l’indecisione del Senato, la questione fu risolta dal popolo, il quale, attirato dalle prospettive di guadagno offerte da una guerra in un territorio ricco come quello siciliano, votò per inviare a Messina un contingente armato. La scelta, presa verosimilmente dall’assemblea popolare, ricadde su Amilcare Barca. I Romani erano convinti che la guerra si sarebbe presto risolta in loro favore. 4 L’indifferenza mostrata dal Senato di fronte alle continue richieste dei Saguntini di liberarli dall’assedio dei Cartaginesi rimase per sempre una “macchia” sull’onore di Roma difficile da eliminare per la storiografia romana. Condividi questa lezione. Giunsero rinforzi cartaginesi guidati da Annone. Da anni la sua famiglia si faceva portavoce in Senato di una particolare visione politica che voleva fare di Roma una grande potenza sullo scenario internazionale, la capitale di un impero che abbracciasse tutto il bacino del Mediterraneo. La prima delle tre guerre puniche ebbe inizio nel 264 a.C. Roma voleva espandersi nel mar Mediterraneo; entrò quindi in contrasto con Cartagine, che aveva il controllo dei commerci marittimi. I concetti principali per memorizzare 100 anni di storia. Grandissimo ammiratore di Annibale, che considerava un genio e un modello da imitare, Scipione aveva trascorso gli anni in Spagna cercando di ammodernare l’esercito romano, in particolare tentando di dotare la fanteria legionaria di una maggiore flessibilità che le permettesse di cambiare rapidamente formazione nel corso della battaglia. Aveva così inizio il secondo conflitto punico. La sosta aveva dato ad Asdrubale, posto a capo dell'esercito, la possibilità di raccogliere circa 50.000 uomini ben armati e l'assedio si protrasse. Senza rifornimenti e rinforzi da Cartagine e senza riuscire a far sollevare le popolazioni del centro Italia contro Roma, Annibale si ritrovò praticamente assediato sui monti della Calabria dove, in seguito, gli giunse l'ordine di Cartagine di tornare in Africa per portare aiuto contro Publio Cornelio Scipione (chiamato poi l'Africano). A Roma la notizia della capitolazione dell’antica nemica fu celebrata con un’intera notte di festeggiamenti. I mercenari, timorosi che Gerone continuasse nella sua azione avanzando con le sue truppe fino a Messina, decisero allora di chiedere aiuto ai Cartaginesi, che da secoli si contendevano proprio con i Siracusani il dominio sulla Sicilia. Nei tre anni successivi (259-257 a.C.) le operazioni militari proseguirono sia sul mare sia sulla terraferma con alterne vicende. Quest’ultima proposta, unita alla diffidenza che i mercenari provavano per Annone, sotto il cui comando essi non avevano mai prestato servizio, fu tuttavia la goccia che fece traboccare il vaso. Deciso quindi a riprendere il progetto sognato dal padre - quello di una guerra di rivincita su Roma - Annibale s’impegnò, tra il 221 e il 220 a.C. a sottomettere a Cartagine tutte le popolazioni iberiche situate a sud del fiume Ebro, dimostrando già da questi primi scontri di essere in possesso di uno straordinario genio militare.Le campagne condotte da Annibale finirono per mettere in allarme Sagunto, timorosa, e a ragione, che prima o poi il Barcide avrebbe rotto gli indugi con i Romani lanciando contro di essa un vigoroso attacco. Cartagine accettò la designazione. Non appena si seppe che i romani erano forti di un esercito di 80.000 uomini e 4.000 cavalieri, Cartagine capitolò, inviando 300 ostaggi scelti fra gli adolescenti della nobiltà punica. La sconfitta di Pirro a Maleventum nel 275 a.C. sancì il definitivo ingresso di Roma, che arrivò così a controllare saldamente l'Italia centro-meridionale, nel novero delle grandi potenze del Mediterraneo. Re di Macedonia Filippo V Filippo Nonostante questa ingerenza, per i successivi cinque anni la situazione tra le due potenze rimase sostanzialmente tranquilla, con i Romani completamente assorbiti dalla guerra gallica e i Cartaginesi impegnati a consolidare il loro dominio sui territori di recente conquista.A scompaginare in modo definitivo gli equilibri fu, alla fine del 221 a.C., la morte di Asdrubale, ucciso, pare, da uno schiavo: le armate cartaginesi in Spagna elessero all’unanimità come nuovo comandante Annibale Barca, il figlio di Amilcare. Un professore di geografia di Toronto potrebbe essere vicino a sciogliere un enigma che dura da due millenni… Scienze della terra; Biologia; Chimica; Fisica; Matematica; Vai su Zanichelli.it. In quell’anno il tribuno della plebe Caio Flaminio Nepote fece approvare una legge che distribuiva ai più poveri contadini romani vasti appezzamenti di terra dell’Ager Gallicus Picenus (il territorio che i Romani avevano sottratto ai Galli nel 268 a.C., corrispondente oggi alla parte settentrionale delle Marche). Classificazione. Amilcare si fece infatti portavoce di un esteso sentimento anti-romano, che facendo leva sull’orgoglio ferito dei Cartaginesi li invitata ad adottare le contromisure necessarie per riportare la città ai fasti di un tempo. Richiamato in patria, morì per le ferite durante la traversata. Continuando ad avanzare in colonna Amilcare fece credere ai nemici di essere ormai prossimo a compiere una ritirata, ma quando questi ultimi si lanciarono disordinatamente all’attacco, il generale punico fece compiere ai suoi uomini un’improvvisa rotazione, opponendo in questo modo ai nemici un fronte estremamente compatto. Le guerre puniche e la conquista dell'Oriente: riassunto Attraversati i Pirenei e giunto in Provenza, Annibale riuscì a guadare, seppur con difficoltà, il fiume Rodano, eludendo la presenza dell’esercito romano inviato a contrastarlo. La conquista romana della Sardegna (237 a.C.). La Spagna fu conquistata e Asdrubale venne in Italia cercando di portare rinforzi al fratello. Era il 149 a.C. e iniziava la terza guerra punica. RIASSUNTO; BLOG. In questo triennio egli ebbe quindi modo di dispiegare con continuità la sua strategia bellica. Nel giro di pochi mesi fu allestito un imponente esercito composto da una flotta di 200 navi da guerra e una forza terrestre di 20.000 legionari. Roma, però, non poteva dimenticare il pesante carico di costi economici, umani e psicologici causati dalla precedente guerra. Resti delle mura “serviane” nei pressi della Stazione Termini (Roma). Il trattato dell’Ebro, Sagunto e lo scoppio della seconda guerra punica (226-219 a.C.). - H. H. Scullard, Storia del mondo romano, Vol. Le sue legioni erano vittoriose da secoli nelle terre italiche ma non esisteva una Marina (la prima grande flotta fu costruita dopo la Battaglia di Agrigento del 261 a.C.). Quando i romani arrivarono alle mura di Cartagine trovarono un intero popolo stretto a difesa della sua città. Storia antica — Guerre Puniche e Cartagine: riassunto della prima, seconda e terza guerra punica, le lotte della plebe, i tribuni della plebe, l'espansione cartaginese in Spagna, Annibale in Italia, la riscossa dei Romani, l'espansione verso oriente Altre figure importanti della seconda guerra punica sono i re numidi Massinissa e Siface. La leva era obbligatoria ed estesa a tutti i cittadini iscritti nelle cinque classi di censo, ovvero registri che suddividevano l’intera popolazione maschile adulta in base al reddito calcolato sulle proprietà immobili. In seguito, a soli ventiquattro anni e senza aver mai ricoperto alcuna magistratura curule (il consolato o la pretura), era stato insignito del comando delle truppe spagnole e nei successivi cinque anni era riuscito a sbaragliare completamente le forze cartaginesi. De l’ossa mie, che di mia morte prenda È difficile determinare quali furono le ragioni che portarono i Romani alla decisione di distruggere completamente l’antica rivale. Il console di quell’anno, Appio Claudio Caudex, attraversato lo stretto con un esercito di due legioni, prese quindi posizione a Messina cacciando la guarnigione cartaginese. A fare le spese di questa decisione era stato principalmente Amilcare Barca, che capeggiava invece il “partito” dei commercianti. Alla fine del 206 a.C. in molti a Roma erano tuttavia convinti di aver finalmente trovato un generale in grado di sconfiggere Annibale, ossia il giovane Publio Cornelio Scipione. All’inizio del 217 a.C. i due consoli, Caio Flaminio Nepote e Cneo Servilio Gemino furono incaricati dal Senato di prendere posizione rispettivamente ad Arezzo e a Rimini, così da bloccare ogni tentativo di Annibale di penetrare più profondamente all’interno della penisola. La prima guerra macedonica (215-205 a.C.) scoppiò in relazione alle vicende della seconda guerra punica. Asdrubale, che difendeva il porto con 7.000 uomini, fu attaccato di notte e costretto a riparare a Birsa. I Romani tuttavia non si fecero intimidire e Annibale, constatata una volta di più l’impossibilità di assalire la città, fece marcia indietro ritirandosi in Lucania (Calabria). Più difficoltà furono invece riscontrate da Roma nella sottomissione dell’Italia settentrionale (dove le ultime tribù dei Galli e i Liguri opposero una tenace resistenza) e soprattutto nella conquista della penisola iberica, il cui completo inglobamento nello Stato romano avverrà solo sotto Augusto (guerre cantabriche: 29-19 a.C.).Nel corso delle guerre condotte contro le monarchie ellenistiche (200-167 a.C.) i Romani poterono avvalersi della collaborazione dei Cartaginesi, i quali, come da trattato, fornirono a Roma aiuti economici e militari.Nonostante le terribili condizioni di pace, Cartagine era infatti riuscita in breve tempo a ricostruire gran parte della sua forza economica. Dopo due anni, Annibale decise di portare la guerra in Italia, scatenando la seconda guerra punica. Nel 241 a.C. la classe dei proprietari terrieri, guidata da Annone, aveva avuto un peso decisivo nel convincere il sinedrio cartaginese a concludere finalmente il lungo conflitto con Roma. Dotato di un grande carisma personale, Scipione incarnava perfettamente gli ideali di una nuova generazione di nobili romani che, educati ormai alla cultura greca, si ponevano al di fuori degli schemi tradizionali imposti a Roma dal mos maiorum, mostrando una più decisa inclinazione verso l’instaurazione di un vero e proprio “culto” della singola persona. Commenti. Cartagine dichiarò guerra. storia-delle-guerre-puniche-schema-e-riassunto-appunti 1/1 Downloaded from www.kvetinyuelisky.cz on November 29, 2020 by guest [eBooks] Storia Delle Guerre Puniche Schema E Riassunto Appunti If you ally habit such a referred storia delle guerre puniche schema e riassunto appunti books that will pay for you worth, acquire the very best seller from us currently from several preferred authors. Cartagine, Massinissa e lo scoppio della guerra (151-149 a.C.). GUERRE PUNICHE: RIASSUNTO BREVE. Dal 248 a.C. i Romani si concentrarono allora esclusivamente sulle operazioni terrestri, cercando di portare a termine l’assedio di Lilybaeum, ma le loro azioni furono costantemente frustrate dal comandante cartaginese Amilcare Barca, asserragliato sul monte Erice con le ultime truppe cartaginesi.I lunghi anni di guerra avevano nel frattempo minato profondamente le risorse economiche delle due città. puniche, guerre Le tre guerre combattute fra Roma e Cartagine, che segnarono l’egemonia di Roma nel Mediterraneo (v. fig.. 1. 8 Noto è l’episodio, tramandato da più fonti (Polibio, Diodoro Siculo, Appiano di Alessandria), secondo cui Scipione Emiliano, di fronte all’incendio di Cartagine, sarebbe scoppiato in lacrime e citando alcuni versi del VI libro dell’Iliade avrebbe profetizzato la futura caduta della stessa Roma. Nel 246 a.C. i Mamertini chiresero aiuto a Roma per liberarsi dal presidio dei Cartaginesi. guerre macedoniche riassunto 1° GUERRA MACEDONICA Nel 215, dopo la sconfitta di Canne nel momento in cui Annibale dimostrava la propria forza, ottenne l’alleanza con Filippo V, della famiglia degli Antigonidi, governava su Macedonia e Grecia e desiderava espandersi. Andrea Incontro. Aveva inizio la prima guerra punica. Essi, sobillati prontamente dai mercenari, offrirono ai rivoltosi l’oro necessario per pagare alle truppe il soldo dovuto e un esercito di circa 70.000 uomini. A risultare decisivo fu, in quest’occasione, l’utilizzo dei “corvi”, passerelle mobili dotate di uncini che venivano calate sulle navi nemiche permettendo così ai legionari romani - superiori nel corpo a corpo rispetto ai mercenari cartaginesi - di compiere l’abbordaggio. Newsletter. Sgravata dall’onere di sostenere un’ambiziosa politica espansionistica, la città si era potuta nuovamente dedicare alle attività mercantili che già in passato l’avevano portata a fondare un florido impero economico. Roma, impegnata nella pacificazione del territorio e nell'inizio dell'espansione nella Pianura Padana era riluttante a impegnarsi in Sicilia. John Trunbull, Morte di Lucio Emilio Paolo (1773), Statua di Quinto Fabio Massimo(castello di Schönbrunn). Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 19 ott 2020 alle 20:29. La manovra di accerchiamento fu quindi completata dagli elefanti e dalla cavalleria cartaginese: Amilcare riportò una vittoria schiacciante e i ribelli lasciarono sul campo più di 7.000 uomini. Probabilmente vedere Cartagine a poche miglia dalle coste del Bruttium appena conquistato dovette creare qualche apprensione nel Senato romano, che acconsentì a inviare soccorsi a Messina. In virtù di queste considerazioni, nella primavera del 218 a.C. essi assegnarono ai consoli Publio Cornelio Scipione e Tiberio Sempronio Longo il compito di effettuare tutti i preparativi necessari per condurre due rapide campagne di conquista: Scipione avrebbe affrontato Annibale in Spagna, mentre Longo sarebbe sbarcato in Africa per costringere il sinedrio cartaginese a venire rapidamente a patti.I Romani non avevano tuttavia fatto i conti con il genio militare di Annibale. Le due città, quasi "coetanee" (814 a.C. Cartagine e 753 a.C. Roma), per lunghi secoli tennero un atteggiamento di reciproco rispetto anche se dai trattati, stipulati nel corso del tempo, traspare una certa tendenza di Cartagine a sentirsi "superiore". Università . 9 Il tema del metus hostilis sarà poi ripreso, nella storiografia latina di età tardo-repubblicana, da Sallustio, il quale identificherà proprio nella distruzione di Cartagine e nella scomparsa della minaccia da essa rappresentata l’inizio della decadenza degli antichi costumi che avevano consentito a Roma di diventare la padrona del mondo. Tra il 237 e il 230 a.C. le legioni furono costantemente impegnate nel difficile tentativo di assicurare il controllo della Sardegna e della Corsica, dove le popolazioni locali offrivano una tenace resistenza alla penetrazione romana.Nel 229 a.C. fu la volta dell’Illiria. A sua volta il termine punico è una corruzione di fenicio, come Cartagine è una corruzione del fenicio Qart Hadash (città nuova). L'anno successivo attraversò l'Appennino e batté le legioni di Roma nella battaglia del lago Trasimeno. Parte del relitto di una nave punica affondata in questa guerra è conservata nel Museo archeologico Baglio Anselmi di Marsala. Per fare ciò era tuttavia necessario, per prima cosa, recuperare le risorse economiche perdute nei lunghi anni di guerra e soprattutto migliorare l’efficienza dell’esercito terrestre, che nella prima guerra punica non era riuscito a tenere testa alle legioni romane.Animato da questo spirito Amilcare convinse allora il sinedrio cartaginese a concedergli i fondi necessari per iniziare una vasta campagna di conquista della penisola iberica. Le guerre puniche furono tre guerre combattute fra Roma e Cartagine tra il III e II secolo a.C., che si risolsero con la totale supremazia di Roma sul mar Mediterraneo; supremazia diretta nella parte occidentale e controllo per mezzo di regni a sovranità limitata nell' Egeo e nel mar Nero. Nel 202 a.C. a Naraggara, nei pressi di Zama, Scipione volse contro Annibale la sua stessa strategia e lo sconfisse, determinando la fine della seconda guerra punica. Mario Pani; Elisabetta Todisco. Obiettivo di Amilcare era quello di preparare una guerra di rivincita sui Romani. In Sardegna la situazione politica aveva infatti subito un repentino cambiamento. Addirittura prestò aiuto militare alle forze di Roma nelle guerre contro Antioco III, Filippo V e Perseo. I: Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, Milano, Rizzoli, 1983.- R. Miles, Carthago delenda est. Presa quindi la via delle Alpi, dopo una traversata epica, giustamente celebrata dalla tradizione antica e moderna, all’inizio dell’inverno del 218 a.C. egli mise finalmente piede in Italia, ricevendo subito l’appoggio di numerose tribù galliche. Annone, inviato a Utica per spezzare l’assedio dei ribelli, pur riuscendo ad avere la meglio in uno scontro combattuto fuori dalle mura della città rinunciò all’inseguimento dei nemici, dando in questo modo ai mercenari il tempo di riorganizzarsi.