Alla coccarda era fissato un cappietto di doppio gallone dorato screziato di nero che scendeva verticalmente fino al sottogola, fermato da un bottoncino dello stesso colore di quello della giubba. L'imperiale e regio Esercito dipendeva amministrativamente dall'Imperiale e Regio Ministero per la Guerra (k.u.k. La prima guerra mondiale e l'intervento in Albania ed in Macedonia Lo stesso argomento in dettaglio: Organizzazione del Regio Esercito durante la Prima Guerra Mondiale , Ordine di battaglia del Regio Esercito al 24 maggio 1915 , Campagna di Albania , Corpo di spedizione italiano in Macedonia e Fronte italiano (1915-1918) . Feldjager e Tiroler Kaiserjäger avevano bottoni dorati, mentre tutti i reggimenti Landwehr, compresi i Landesschützen, li avevano argentati. A ogni soldato dei Battaglioni d'assalto (Sturmbataillonen) erano sempre consegnate due borse triangolari da portare appese al collo, con 8 bombe a mano ciascuna. L'uniforme da campagna M.10 degli ufficiali era simile a quella della truppa, ma prodotta in tessuto di lana Hechtgrau di qualità migliore e più aderente. L'elemento più evidente di tale dottrina tattica è senza dubbio l'elevato impiego dei tiratori scelti da parte dell'esercito imperiale e regio e degli eserciti austriaco e ungherese, durante la prima guerra mondiale, ben più di qualsiasi altro esercito: i tiratori scelti (Scharfschutzen) erano professionisti, quasi sempre sottufficiali, selezionati con grande cura in base all'abilità nel tiro e alla ferrea disciplina. Costituita nel 1867, suoi compiti istituzionali erano di provvedere alla difesa territoriale dell'Impero d'Austria, nel quale aveva le guarnigioni e i depositi e da cui traeva le sue reclute. Dopo un anno di servizio, il militare meritevole veniva mandato ad un corso caporali e promosso Gefreiter (caporale). Sul berretto, alla sommità della cupola, era fissata una coccarda metallica con le cifre imperiali (FJI, cioè Franz Josef I per la Landwehr e l'esercito comune imperiale e regio, IFJ per la Honvéd ungherese). I pantaloni erano grigio-azzurro di modello diverso a seconda dell'appartenenza nazionale (vedi sopra), con filettatura laterale nel colore reggimentale. Il Gruppo d'armate Alto Reno (tedesco: Heeresgruppe Oberrhein) si riferisce ad un gruppo di armate, nell'ambito della Wehrmacht, costituito durante la Seconda guerra mondiale. Era detto anche esercito comune, per distinguerlo dall'Esercito ungherese e dall'Esercito austriaco che assieme ad esso costituivano il complesso delle forze armate terrestri (k.u.k. I reggimenti su cui era organizzata la Fanteria dell'i. Nel corso del conflitto ricevette la Croce di guerra … La fanteria leggera (Feldjager e k.u.k. In queste condizioni, nonostante alcuni brillanti successi locali e i disperati sforzi, le offensive austro-ungariche fallirono tutte e da allora l'imperiale e regio Esercito, assieme ai reparti Landwehr e Honvéd, condusse una battaglia di retroguardia in condizioni sempre più disperate per la penuria anche dei generi più elementari (alle reclute che giungevano ai depositi nel 1918 venivano spesso consegnate uniformi tolte a cadaveri)[3]. Tutta la cavalleria austroungarica aveva l'uniforme composta da giubba azzurra e pantaloni rossi per tutte le specialità tradizionali, anche se giubba e pantaloni variavano nel taglio tra le diverse specialità. Tutti i reggimenti dell'Esercito comune imperiale e regio erano identificati da un numero progressivo e da un titolare onorario (Inhaber), di solito un generale dell'esercito o un monarca straniero: ad es. Heinz Wilhelm Guderian (Kulm, 17 giugno 1888 – Schwangau, 14 maggio 1954) è stato un generale d'armata tedesco. aerostieri, automobilisti, mitraglieri, telegrafisti, ciclisti ecc.) Il 29 aprile 1945 a Caserta fu firmata la resa delle forze tedesche in Italia, che sarebbe stata resa nota ed entrata in vigore il successivo 2 maggio. e r. Esercito comune erano identificati da un numero progressivo e da un titolare onorario (Inhaber), di solito un generale dell'esercito o un monarca straniero: ad es. Successivamente l'Intendenza militare austriaca realizzò e distribuì, durante il 1915, degli indumenti più adatti, in cotone imbottito di cascami di lana, copiati da quelli comunemente usati dai contadini russi. Gli Ulani erano reclutati in Galizia, Boemia e Croazia. In questo modo tutto l'insieme zaino-cinturone poteva essere comodamente sfilato e indossato. L'assegnazione delle reclute (al 20º anno di età) all'esercito comune o a quello nazionale avveniva per estrazione a sorte. Ciascun reggimento dell'artiglieria imperiale e regia contava 24 pezzi ripartiti in 4 batterie su 2 divisioni di 2 batterie (12 pezzi). All'inizio del 1918 la scarsità di materie prime (e in generale di qualsiasi cosa) divenne drammatica: l'esercito austriaco non esitò a utilizzare il panno grigioverde italiano, catturato in grande quantità durante l'offensiva di Caporetto, per confezionare uniformi di cui vi era sempre un grande bisogno: la leva in massa del 1917 aveva alluvionato i reparti di reclute, giovani e anziani. Per più di due anni le truppe austro-ungariche riuscirono con pieno successo a contenere le furiose offensive scatenate dal generale Luigi Cadorna e che costarono carissime all'esercito italiano. Nel 1914, l'imperiale e regio esercito era articolato su 16 Distretti militari che riunivano complessivamente 49 divisioni di fanteria (con solitamente 2 brigate ciascuna) e altrettante brigate di artiglieria, più un numero di brigate di cavalleria tra 1 e 2 per Distretto. Da questo sistema meccanico (il tipo di caricatore a serbatoio fisso fu adottato anche dall'Italia nel fucile Mannlicher-Carcano mod. Figura di primo piano nello sviluppo e ammodernamento dell'imperiale e regio Esercito fu l'Imperatore. Nel 1916, il Capo di stato maggiore austro-ungarico, Franz Conrad von Hoetzendorf, sferrò in Trentino una potente offensiva denominata Strafexpedition ("spedizione punitiva"). Ad esempio, il celebre asso dell'aviazione austro-ungarica Josef Kiss era un sottufficiale che venne promosso sul campo Offizier-Stellvertreter, e quando morì in combattimento gli era già stato concesso dai Comandi austroungarici il grado di Leutnant, che gli venne quindi conferito postumo. Ma, sempre secondo i reduci, "erano molto utili sotto la pioggia". Detta magyàr kiràly honvédség in ungherese, gestita dal ministero della difesa del regno d'Ungheria[4], i cui reparti venivano preceduti dalla locuzione "regio ungherese" (königlich ungarisch -k.u. L'economia dell'Impero Austro-ungarico non era all'altezza di quella dell'Impero Germanico: florida in tempo di pace, era stata messa in ginocchio dallo sforzo bellico e dall'embargo operato dagli Alleati. Il loro livello di preparazione era molto alto ma non erano dei rigidi automi: dovevano sì conoscere perfettamente i manuali tattici, ma erano incoraggiati a improvvisare e ad adattarsi elasticamente alle situazioni sul campo, cosa che li differenziava alquanto dai loro colleghi tedeschi, ai quali pensare con la propria testa era rigorosamente vietato. La sconfitta contro la Prussia causò un vivo trauma nella società e nell'opinione pubblica austriaca, ed in particolare negli ambienti militari asburgici, che si resero conto di quanto le orgogliose forze armate dell'Impero fossero rimaste arretrate tecnologicamente rispetto alle più recenti innovazioni militari prussiane e francesi. A parte questo, il taglio dell'uniforme restò pressoché invariato per tutta la guerra essendosi rivelato molto comodo e pratico. magyar királyi). I Dragoni inquadravano le reclute di cavalleria dei distretti militari austriaci, detti anche Cisleithani (dell'Esercito comune e della Landwehr). Non mancavano quelli provenienti dalla gavetta: in tempo di pace un sottufficiale non aveva nessuna possibilità di essere promosso Leutnant (sottotenente) ma in tempo di guerra invece sì: in molti casi i sottufficiali che si segnalavano per capacità venivano favoriti se si dimostravano meritevoli e la loro nomina a ufficiali veniva raccomandata direttamente dai loro comandanti. Heer) vi erano ben 11 nazionalità diverse (austriaci, ungheresi, boemi, slovacchi, polacchi, ruteni, rumeni, italiani, croati, sloveni, bosniaci), con 9 lingue ufficialmente riconosciute (tedesco, ungherese, sloveno, croato, ceco, rumeno, ruteno, italiano e polacco) e 5 religioni (cattolica, protestante luterana, musulmana, ortodossa, ebraica). Il nostro primo post è dedicato a una delle più rare fra quelle concesse durante il più sconvolgente conflitto nella storia dell'umanità, l'ordine della Vittoria dell'Unione Sovietica. 1854 che, pur essendo di recente adozione, erano concettualmente superati, e sostituiti con il fucile Werndl mod. Il Comando Supremo imperiale e regio (k.u.k. L'addestramento alla scherma di sciabola era impartito, ma quello all'uso del fucile era ormai ovviamente molto più importante. Comandanti. Nel 1916 le brigate di artiglieria vennero riorganizzate su tre soli reggimenti: uno di cannoni campali, uno di obici campali e uno di obici pesanti. Tutti i bottoni erano del colore reggimentale (di zinco o ottone a seconda). Era prodotta in panno di lana di buona qualità (che durante la guerra peggiorò molto) ed era composta di giubba a collo chiuso e dritto (Stehkragen) con controspalline amovibili, di cui la controspallina destra presentava all'esterno un rotolo di stoffa cucito strettamente (Schulterrolle) che serviva a impedire che la cinghia del fucile scivolasse. Le divisioni del Treno erano 16, ciascuna delle dimensioni di un mezzo reggimento: con lo scoppio del conflitto le divisioni del Treno vennero sciolte e trasformate in reparti di trasporti e rifornimenti[2]. Erano apparse nel 1914-15 sul fronte occidentale in Francia, ed state distribuite ai reparti austroungarici fin dal 1916 come armi "silenziose" per la lotta corpo a corpo durante le incursioni nelle trincee avversarie e negli attacchi e colpi di mano. I reggimenti di fanteria si distinguevano fra loro dalla combinazione del colore delle mostrine (Kragenspiegel) cucite sul bavero (dritto) e dei bottoni. Uniformi - Distintivi - Buffetterie, Le armi e gli equipaggiamenti dell'esercito austro-ungarico dal 1914 al 1918. in 30.000 Corone per un tenente e il doppio per un capitano). I soldati che non soddisfacevano queste caratteristiche venivano assegnati ai servizi ausiliari, mentre i tiratori migliori o i militari più atletici venivano assegnati ai cacciatori (Feldjager) che costituivano l'élite della fanteria. Organizzazione del Regio Esercito al 1915, su digilander.libero.it. [1], Il contenuto è disponibile in base alla licenza, Voci su unità militari presenti su Wikipedia, Ultima modifica il 15 dic 2020 alle 20:17, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Heeresgruppe_C&oldid=117292437, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Heeresgruppen-Nachrichten-Regiment 639 (639º reggimento trasmissioni; settembre 1939-maggio 1941), Heeresgruppen-Nachrichten-Regiment 598 (598º reggimento trasmissioni; dicembre 1943-maggio 1945). Honvédelmi Miniszsterium). La loro professionalità era molto elevata e la loro autorità sulla truppa era assoluta, ma erano tenuti a conoscerne la lingua, a rispettarne le usanze e a dare l'esempio in battaglia. Ciascun reggimento disponeva di un'officina da campo mobile e di un parco automezzi. Proposto dal Colonnello N. S. Neyelov, durante… Il servizio variava di settore tra l'esercito vero e proprio, la marina, il Landwehr e il Landsturm. In ogni reggimento vi era una lingua reggimentale, parlata dalla maggior parte delle reclute e che anche gli ufficiali erano tenuti a conoscere. La fanteria da montagna (k.k. Sulla giubba di servizio e su quella da campo, queste spalline erano di panno verde larghe 60mm bordate da un gallone operato d'argento largo 9mm, con al centro le cifre imperiali. I distintivi di grado venivano sempre portati sul colletto ma le stellette erano ora in celluloide grigio scuro, meno visibili. Vittorio Asinari di Bernezzo La giubba aveva i paramani dritti per la Landwehr e l'Esercito comune k.u.k., e a punta per la Honvéd ungherese. In caso di mobilitazione, ciascun Distretto mobilitava le forze in servizio e in congedo nel suo territorio, e formava un Corpo d'Armata che, così mobilitato, veniva inviato al fronte autonomamente, secondo piani prestabiliti. Nel 1910, per tutte le truppe fu introdotta una pratica uniforme da campo di colore grigio cenere (Hechtgrau, lett. Ai lotti di elmi forniti dalla Germania si aggiunsero quelli prodotti in Austria (riconoscibili per il colore della vernice, marrone anziché grigioverde) e un meno diffuso elmo di concezione austriaca, il Berndorfer, che entrò in servizio nel 1917. Nel 1918, vennero nuovamente riorganizzate, con due reggimenti di artiglieria campale mista (cannoni e obici) e un reggimento obici pesanti, ciascuno con 6 batterie. Per l'inverno, era previsto un pastrano di panno blu scuro a doppio petto e bottoni scoperti nel colore reggimentale. Landwehr), dall'esercito nazionale reale ungherese (k.u. Analogamente all'Esercito Comune Imperiale e Regio ed alla Landwehr, anche la Honvéd in quanto esercito nazionale ungherese disponeva di artiglieria, cavalleria, servizi e Corpi ausiliari nonché di scuole, accademie e amministrazione e giustizia militare sue proprie. Molto apprezzate furono le corte e maneggevoli carabine, che si rivelarono ideali nella guerra in montagna (alcune carabine Mannlicher comparvero in mano a movimenti di guerriglia africani negli anni '70). Sempre nel 1916 cominciò la distribuzione massiccia di equipaggiamento ersatz (di recupero), imposto dal blocco economico degli Alleati alle Potenze centrali, che stava causando una seria carenza di materie prime: cinture e spallacci in canapa anziché cuoio, baionette senza manico, borracce in latta stagnata e panno, ecc. Faceva parte del Genio imperiale e regio anche il reggimento telegrafisti con base a St. Poelten, su 4 battaglioni telefonisti e telegrafisti. I primi combattimenti dell'estate 1914 falcidiarono l'esercito imperial regio, che perse in pochi mesi molti dei suoi ufficiali e sottufficiali di carriera. Uniformi, organizzazione, regolamenti di servizio, struttura e organigramma dei reparti seguivano il modello previsto per l'esercito comune imperiale e regio. Le stellette degli ufficiali erano invariabilmente in canottiglia dorata o argentata (a volte in vero filo d'argento o d'oro). Per tutto ciò, ogni ufficiale doveva provvedere di tasca sua, anche se riceveva un soprassoldo per il vestiario. I sottufficiali (Unteroffiziere) dal grado di Zugfuhrer (sergente) in su, dovevano portare al cinturone una baionetta (Seitengewehr) M.95 o M.88, con all'impugnatura una caratteristica dragona (Portepee) di seta gialla e nera. Nel 1918 fu al comando del 10° Btg. Molto diffuse furono, tra i reparti d'assalto, le celebri mazze ferrate. Bandiere Reggimentali - Decorazioni - Armi e Dotazioni Individuali, L'ultima guerra dell'impero austro-ungarico: storia fotografica delle operazioni militari sul fronte russo, serbo-albanese ed italiano (1914-1918), Sito dedicato all'organizzazione e ai membri delle forze armate austro-ungariche dal 1848 al 1918, Arciduca Giuseppe Augusto d'Asburgo-Lorena, Arciduca Giuseppe Ferdinando d'Asburgo-Lorena, Franz Karl Marenzi von Tagliuno und Talgate, Guerra d'indipendenza italiana (1848-1849), Österreichische Waffenfabriksgesellschaft, Elenco di libri sull'imperiale e regio Esercito, I soldati ebrei nell'esercito asburgico 1788-1918, Lista dei reggimenti dell'Imperial regio Esercito austriaco, Elenco degli aerei dell'aviazione austro-ungarica, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Imperiale_e_regio_esercito&oldid=116861854, Errori del modulo citazione - citazioni senza titolo, Voci con campo Ref vuoto nel template Infobox unità militare, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Kadett-Offiziersstellvertreter (cadetto aspirante ufficiale - dal 1908), General der Infanterie (generale di fanteria - dal 1908), General der Kavallerie (generale di cavalleria), Feldzeugmeister (generale di artiglieria), Generaloberst (generale - dal 22 maggio 1915), 7 anni nella riserva (servizio non attivo). Il cappotto (Mantel) dei generali era simile a quello degli ufficiali, ma aveva il bavero di velluto nero, la fodera scarlatta (se i risvolti non erano abbottonati, mostravano la fodera) e le mostrine (Parolis) scarlatte.